Intervista a Ssviluppo Massimo

intervista Ssviluppo Massimo PAM Photo Art Market

Ssviluppo Massimo, alias Massimo Lama, racconta come è nata per lui la passione per la fotografia

Che studi hai fatto?

Liceo classico. Laurea in Medicina e Chirurgia, Specializzazione in Neurochirurgia. Perfezionamento in Chirurgia dei Nervi Periferici.

Quali giochi preferivi nell’infanzia e da ragazzo?

Giocavo con pupazzi di cartone da me disegnati e ritagliati che rappresentavano supereroi della Marvel. Il gioco delle carriere successivamente.

Quali sono le esperienze personali che credi abbiano definito la tua personalità?

A casa si è sempre respirato aria di arte; mio padre era appassionato di arte e dipingeva. Mia sorella scrive Gialli mio fratello scrive romanzi e disegna e ha scritto e disegnato tre libri a tema urbanistico. Io facevo schizzi e poi a 14 anni ho posto l’out out a mio padre: o mi comprava una Vespa o una Fujica ST 801. Ovviamente mio padre scelse la via meno pericolosa. Comunque anche le  esperienze negative creano delle tensioni che migliorano e fanno crescere la personalità e la creatività.

Credi di aver subito qualche tipo di trauma, nel bene o nel male, che ti ha portato ad intendere la fotografia in un certo modo?

NO la fotografia è una gioia per me, non un ripiego o una via di riscossa, un di più (stupendo).

Quali libri leggevi da ragazzo e quali oggi? Il libro o una canzone che ha cambiato la tua vita?

Un po’ di tutto, Classici, gialli, horror, fumetti. Nello specifico John Hedgecoe: Fotografare tecnica e arte ha iniziato la mia vita fotografica ed è stato il mio unico mentore e riferimento.

Possiedi un gatto o un cane? Vuoi raccontarci il rapporto che hai con lui?

Ho 2 gatti, Ho rapporti conflittuali con loro, sono il terzo gatto di casa.

Quali sono per te i film che dovrebbe vedere un fotografo?

In generale bisogna vedere un po’ di tutto per allargare gli orizzonti. Nello specifico, Blow up, La finestra sul cortile, Kodachrome, City of God.

Pensi che nella tua ricerca visiva ci sia…

un po’ di tutto, io sono supercurioso, con tendenza all’astratto ma bisiogna guardare bene le foto e non soffermarsi in superficie.

Come ti sei avvicinato alla fotografia?

Decisi a 14 anni di dedicarmi ad un hobby  e costrinsi mio padre a comprarmi una reflex (v. sopra).

Quali fotografi/artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Senz’altro HCB ma la vita è a colori ormai, quindi apprezzo Ernst Haas, Eggleston, e… anche Mc Curry, perché sono stati pionieri del colore così come Fontana e Ghirri in Italia. Quest’ultimo con Stephen Shore stanno nel mio cuore perché entrambi hanno uno sguardo genialmente semplice.

Cosa cerchi di cogliere ed esprimere attraverso la fotografia?

Tutto quello che colpisce la mia attenzione, senza preconcetti di genere che trovo abbastanza limitanti. Riguardando le mie foto prediligo quelle in cui vi sono tracce di presenza umana.

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Ho un progetto molto personale e unico che sintetizza la mia vita e quella degli altri, ma sarà segreto fino alla sua uscita pubblica.

Cos’è per te la bellezza?

La bellezza è negli occhi di chi guarda, che ritrova delle affinità col guardato. Le fotografie devono obbedire a concetti di bellezza, devono essere fruibili singolarmente non solo perchè fanno parte di un progetto, magari con ottime finalità sociali o documentarie ma costituito da tante foto inguardabili se prese singolarmente.

Arte e fotografia. Secondo te qual è il confine, se c’è, nella fotografia affinché possa essere considerata arte.

La fotografia è considerata arte da chi la apprezza, e deve essere semplice non ha bisogno di grosse spiegazioni e non solo quando è veicolata dal giudizio dei Soloni di turno.

Descrivi un mondo migliore.

Il mondo dipende da noi, ciascuno di noi può contribuire. Nessuna scusa. Bisogna solo essere coerenti anche se impopolari. Bisogna sforzarsi di essere positivi.

C’è qualche fotografo o una fotografia in particolare che vorresti raccontare?

Sono da ammirare quei fotografi che all’apice della carriera (non alla fine come HCB) hanno smesso di fotografare e si sono messi a fare altro, come Marilyn Silverstone, e Sergio Larrain, per cui la fotografia è stata come una tappa di un percorso spirituale.

Nel tuo Pantheon immaginario di artisti o fotografi eccellenti, chi c’è? Perché?

Capa perchè ha vissuto una vita speciale. Il vituperato Mc Curry perchè ha avuto coraggio di abbandonare tutto per la fotografia e di affrontare il colore, contribuendolo a sdoganare in contrapposizione alle mode del tempo.

Secondo te chi è il tipo di persona che acquista le tue foto al PAM?

Un appassionato di fotografia.

Cos’è per te il PAM?

Una sfida e una nuova esperienza per arricchirsi di esperienze e di stimoli accompagnati da persone affini e coraggiose in una contagiosa atmosfera di piacevole positività e ottimismo!

La foto di copertina è di Francesca Sciarra