Intervista a Klaus Bunker

 

Klaus Bunker e la fotografia sperimentale multidisciplinare

Che studi hai fatto?

Ho studiato Informatica fin da piccolo grazie al mio primo PC che ho avuto a 6 anni, da subito è nata la passione verso la tecnologia. In seguito ho fatto diversi studi da autodidatta con l’artigianato, l’elettronica, la meccanica, la musica, la pittura ecc… scoprendo diverse passioni che continuo a coltivare.

Quali giochi preferivi nell’infanzia e da ragazzo?

Mi piacevano molto le macchine telecomandate e i videogame.

Quali sono le esperienze personali che credi abbiano definito la tua personalità?

I primi viaggi in diverse città europee con gli amici (Interrail).

Il Bunker, il mio spazio sotto casa che ho chiamato così, come luogo di aggregazione condiviso con gli amici per diversi anni.  Suonare e creare musica. Smontare, montare, aggiustare, recuperare. Insegnare Informatica.  Fotografare centinaia e centinaia di eventi sparsi per tutta la città in circa 10 anni. 

Credi di aver subito qualche tipo di trauma, nel bene o nel male, che ti ha portato ad intendere la fotografia in un certo modo?

Nessun trauma, fotografo quando ho delle sensazioni che mi spingono a scattare.

Quali libri leggevi da ragazzo e quali oggi? Il libro o una canzone che ha cambiato la tua vita?

Da ragazzo mi piaceva molto leggere le storie di Dylan Dog, i primi libri che ho letto sono stati “Il diario di Anna Frank” , “La fattoria degli animali”e “Siddharta” di Hermann Hesse. Oggi mi piacerebbe leggere Tiziano Terzani, Luciano De Crescenzo.

Non ci sono libri in particolare da citare.

I Pink Floyd sicuramente hanno contribuito alla mia passione per la Musica regalandomi tante emozioni. Oltre ai libri e la musica c’è il cinema che sicuramente ha contribuito tanto alla mia crescita, in particolare il film di Gandhi è stato uno dei film che mi ha fatto riflettere molto e mi ha cambiato in diversi aspetti.

Possiedi un gatto o un cane? Vuoi raccontarci il rapporto che hai con lui?

Si un cane meticcio bianco di nome Klaus. È come un figlio, adesso ha 13 anni ed è un cane eccezionalmente buono.

Quali sono per te i film che dovrebbe vedere un fotografo?

Tanti, tanti… da non poterli citare tutti. I primi che mi vengono in mente sono film diretti da Sergio Leone, Stanley Kubrick, Jean-Pierre Jeunet, Tarantino, Sorrentino, Kim Ki-duk ecc…

Pensi che nella tua ricerca visiva ci sia

Tanta sperimentazione.  Cerco di essere sempre originale e non banale.

Come ti sei avvicinato alla fotografia?

Da piccolo, era una delle passioni di mio padre. Io ho iniziato in seguito all’uscita delle prime fotocamere digitali. Con l’uscita dei Social Network ho iniziato a dedicarmi con passione frequentando corsi di fotografia e studi da autodidatta facendo tanta pratica.  

Quali fotografi/artisti hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Andy Warhol, Gaudì, Vivian Maier, Kandinsky, Mirò, Picasso, Dalì, Escher ecc.

Cosa cerchi di cogliere ed esprimere attraverso la fotografia?

Quello che non è facile da cogliere, quello che non è considerato per distrazione, la mia visione personale.

C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?

Mescolare ed unire diverse arti con la fotografia.

Cos’è per te la bellezza?

La Bellezza per me è un emozione. Si può ascoltare, si può annusare, si può magiare, si può toccare ed infine, si può vedere.

Arte e fotografia. Secondo te qual è il confine, se c’è, nella fotografia affinché possa essere considerata arte.

L’orginalità

Descrivi un mondo migliore.

Un mondo con dei valori forti basati principalmente sull’umanità, amore per la natura, rispetto, semplicità, educazione, gentilezza, cultura, riciclo, e non furbizia, moda, consumismo sfrenato.

C’è qualche fotografo o una fotografia in particolare che vorresti raccontare?

Gregory Colbert: Ashes and Snow.

Un emozionante e lungo lavoro durato 10 anni che mostra la sintonia dell’uomo con la natura e gli animali.

Nel tuo Pantheon immaginario di artisti o fotografi eccellenti, chi c’è? Perché?

Mi piacerebbe vederli tutti insieme, Fotografi, Pittori, Registi, Scrittori, Disegnatori, Architetti, Artigiani. Oltre quelli già citati: Katsushika Hokusai, Helmut Newton, Bach, Beethoven, Jim Morrison, John Bonham, Keith Moon, David Bowie, Jimi Hendrix, Elvis Presley, Ray Charles, ecc…

Secondo te chi è il tipo di persona che acquista le tue foto al PAM?

Una persona che rimane colpita dalla mia visione.

Cos’è per te il PAM?

Un modo per unire insieme persone con la passione per l’Arte e la Fotografia.